Intelligenza artificiale + psicoterapia = zucchero + caffè
Intelligenza artificiale + psicoterapia = zucchero + caffè.
L’intelligenza artificiale sta trasformando molti ambiti della nostra vita, inclusa la psicoterapia.
Ma cosa significa davvero utilizzare queste tecnologie per il benessere mentale?
1. Strumenti innovativi, ma non sostituti
Con app come Woebot o i programmi di supporto emotivo di Wysa, l’IA promette di rendere il supporto psicologico più accessibile. Strumenti come questi, in arrivo in italiano nei prossimi mesi, non possono sostituire l’esperienza umana di un terapeuta. Sono utili per affiancare il percorso, non per sostituirlo.
2. Opportunità di personalizzazione
Esistono anche algoritmi (come quelli di Youper) che analizzano dati per monitorare stati d’animo e proporre interventi su misura. Per non delegare troppo alle macchine, rischiando di perdere la complessità della relazione terapeutica, si può usare l’app come supporto per suggerire allo psicologo nuovi temi di lavoro nel percorso di terapia oppure per tenere “la rotta” durante periodi in cui, per i motivi più vari, si resta a lungo lontani dai colloqui.
3. Le implicazioni etiche
Affidarsi a piattaforme basate sull’IA per il supporto emotivo solleva anche questioni cruciali relative a protezione dei dati, rischio di errori e mancanza di un contesto relazionale / esperienziale umano. È fondamentale scegliere strumenti che “collaborino” - attraverso le loro organizzazioni proprietarie - con professionisti qualificati. Maggiore cautela, invece, quando in qualche modo la macchina si presenta quasi come professionista.
4. Una nuova era: occhi aperti
L’intelligenza artificiale è un’alleata potente, ma il cuore della psicoterapia resta nella relazione. Forse esistono già IA che nella relazione sono sostanzialmente indistinguibili da un operatore umano. Se è così, credo sia opportuno investire molto nell’umanità della psicologia, se non altro perché metterci in rapporto d’aiuto con le macchine implica affidarci pienamente a chi le produce e controlla.
E lo zucchero?
L’intelligenza artificiale nella psicoterapia può completarla, arricchirla un po’, renderla più appetibile. Come un po’ di zucchero nel caffè. Che poi, a molti piace amaro…