LXD. Crea esperienze e non dà dipendenza.
Immagina di progettare un corso di formazione come se stessi costruendo un ufficio. Nel modello tradizionale, segui un progetto rigido: ogni cosa è predefinita (scrivanie, tavoli, pc fissi, busto marmoreo dell’imprenditore…) e chi ci lavora deve adattarsi all’ambiente così com’è. Funziona da decenni, certo, ma in un mondo in costante cambiamento, dove le competenze e le informazioni evolvono rapidamente, questo approccio è sempre più scomodo e meno efficace.
Il Learning Experience Design (LXD) invece di costruire una ufficio statico, crea ambienti flessibili, come un coworking: uno spazio dove le persone possono esplorare, collaborare e imparare attraverso molteplici fonti e strumenti. Non si tratta più solo di trasmettere nozioni, ma di disegnare esperienze di apprendimento varie, flessibili, adattabili a gruppi eterogenei e persone diverse.
Connettivista a chi?
Il connettivismo è una teoria dell’apprendimento, sviluppata da George Siemens e Stephen Downes, che parte da un principio fondamentale: oggi, il sapere non si trova solo nella testa delle persone, ma si distribuisce attraverso connessioni con altre persone, tecnologie, risorse esterne. In altre parole, la conoscenza non è più solo “cosa” impariamo, ma “come” ci colleghiamo con le giuste fonti di conoscenza.
Come si applica il connettivismo nel Learning Experience Design?
Immagina di voler formare il tuo team sul marketing digitale. Un approccio sequenziale potrebbe prevedere una serie di lezioni in aula o online, con contenuti predefiniti. Ma questo rischia di diventare obsoleto velocemente. Con un approccio connettivista, invece, l’apprendimento avviene attraverso la partecipazione a comunità online, la consultazione di blog di settore, o il confronto con colleghi di altre aziende in rete. Il sapere diventa fluido, accessibile in tempo reale, e soprattutto, aggiornato continuamente.
Pensiamo a una rete di conoscenza come un grande ecosistema, dove ogni individuo può contribuire e attingere informazioni. In azienda, questo significa creare percorsi e ambienti formativi che vadano oltre il semplice corso formale, integrando anche:
Forum di discussione interna: dove i collaboratori possono condividere articoli, webinar e soluzioni pratiche.
Spazi su Comunità online e social network professionali: come LinkedIn, Reddit o altre piattaforme dove si discute di trend e soluzioni in tempo reale e il team può aggiornarsi interagendo liberamente con esperti del settore.
Momenti di confronto informale tra colleghi, meglio se in presenza, per scambiare esperienze su argomenti specifici.
Microlearning e corsi brevi: ad esempio, utilizzare MOOC (Massive Open Online Courses) che permettono di aggiornarsi su specifici argomenti senza investire tempo e risorse in un corso interno strutturato.
In questo modo, non solo si apprende di più, ma si stimola un processo di apprendimento continuo, dove le persone hanno accesso attivo e diretto alle fonti più aggiornate e rilevanti, senza dipendere da un percorso formale.
Perché è utile alle organizzazioni?
Adottare un approccio connettivista nel Learning Experience Design offre alle aziende diversi vantaggi:
Agilità: le persone imparano a trovare informazioni da fonti diverse e in tempo reale, connettendole e adattandosi rapidamente ai cambiamenti del proprio settore professionale. Molto prima che tu riesca a riprogettare il corso.
Apertura : favorire la collaborazione e lo scambio di idee non solo tra colleghi, ma anche con esperti esterni, arricchisce il patrimonio intangibile dell’azienda e non lo minaccia: anche dove è vietato, gli adulti tendono a parlare con gli sconosciuti.
Innovazione: il sapere non si ferma mai; si costruisce continuamente (anche quando hai finito il budget per la formazione finanziata) grazie alla rete di contatti e risorse che ogni collaboratore sviluppa.
Il Learning Experience Design con approccio connettivista non forma / educa individui dipendenti in strutture fisse, ma li mette nelle condizioni di crescere continuamente in gruppi che evolvono, agevolando le relazioni in un mondo professionale sempre più complesso e interconnesso, dove non si smette mai di imparare, perché ogni connessione è una nuova forma di sapere.