Toglierti dalla mia testa
Casi musiclinici #1 - Toglierti dalla mia testa
Chiamiamola K. - come la cantante: per lei "I just can't get you out of my head" non è solo una hit, ma uno scomodo schema di vita. È costantemente intrappolata in pensieri che girano in loop nella sua mente, senza mai darle tregua: “Cosa starai facendo, adesso che non stai più con me? Con chi ti vedi? Perché con lei e non con me? Doveseioraaa?” (Altra hit, sorry). Dice che, se il suo cervello fosse un DJ, sarebbe bravissimo a fare remix mentali. Ma sempre della stessa canzone.
Così, ci siamo messi al lavoro per aiutarla a spegnere questo disco rotto, alla nostra console principale che è la psicoterapia ipnotica. Un metodo che funziona da pass per l’inconscio, dove possiamo iniziare a far scorrere una playlist più rilassata e piacevole.
[Il caso clinico non è fake, ma è fittizio. Quindi no, l’inconscio non è sempre un privé.]
I passaggi fondamentali del percorso di K.:
1. Induzione ipnotica chill out: qui non parliamo di orologi a pendolo o di cadere in trance profonda. Si tratta di rilassarsi abbastanza da far scendere l’intensità di questi pensieri assillanti. È un po’ come abbassare il volume di una canzone fastidiosa che hai in testa da troppo tempo.
2. Ristrutturazione creativa: quando K. ha imparato a portarsi agevolmente in uno stato di trance leggera, possiamo fare un po' di editing. I suoi pensieri ossessivi possono essere modificati, magari immaginandoli come ritmi e melodie che lentamente sfumano fino a sparire o diventare qualcos’altro. In questo modo, non solo possiamo toglierli dalla testa, ma anche trasformarli in un sottofondo personalizzato, utile a concentrarsi e crescere.
3. Potenziamento dell'autostima: utilizzando la trance ipnotica integrata alle sessioni di supporto psicologico, guidiamo K. a visualizzare se stessa mentre già riesce a cambiare “playlist” mentale, dimostrando che ha sempre avuto il telecomando in mano. Non lo sapeva, ma ha tutto ciò che serve per premere "next track". Finita la solita canzone, probabilmente non ci sarà un silenzio spaventoso. Se poi ci fosse, potrebbe perfino cantare da sola.
4. Tecniche di distanziamento: in una fase avanzata del percorso, K. sa visualizzare i suoi vecchi pensieri ricorrenti come qualcosa di esterno, un po’ come guardare un video sullo schermo invece di viverlo direttamente. La mente mette a disposizione filtri molto versatili e potenti, magnifici da utilizzare con la dovuta consapevolezza, senza applicare per forza quelli impostati da altri.
Risultato:
Portare K. a spegnere finalmente quella traccia ossessiva e a godersi playlist di pensiero più diversificate, originali e più adeguate alle diverse situazioni.
Forse non riusciremo a togliere dalla testa tutti i pensieri disfunzionali (chi ci riesce davvero?) ma inizieremo a trovare percorsi nuovi nel suo discolabirinto (altra vecchia hit, sorry). K. è pronta a cambiare ritmo. E, questa volta, sarà lei a scegliere la musica.