Medicine e Canzonette

Mi piace fare qualche incursione nella musica di chi ha 30 anni meno di me, alla ricerca di fotografie generazionali da confrontare con quelle che conservo nei miei cassetti, anzi, nelle mie vecchie cassette. In questi giorni ho scoperto "Medicine" del duo (già sciolto?) Gli Psicologi, uscita nel 2022. Ne scrivo perché la trovo disarmante nel descrivere, con la sincerità che una canzone può permettersi, il rapporto complesso tra i giovani e il proprio malessere. Anzi, tra tutti noi e il nostro malessere, che fortunatamente può essere espresso in forme artistiche (dal rock dei nonni alla trap dei nipoti) anziché attraverso la violenza.

L’attacco inquadra il contesto:

Il mio paese crede più negli angeli

e nei farmaci che nelle persone

e questo è il riff finale, tagliente e preciso, post-punk:

La soluzione ai problemi sono le medicine

una per stare sveglio e una per chi non sorride

una a prima mattina e una prima di morire

medicine, medicine, riempiti di medicine

Trovo interessante la lucida critica a una società che normalizza l'abuso quotidiano di ansiolitici, alcol e altre "medicine" socialmente accettate. Vedo una generazione giovane (gli autori sono del 2001) che osserva noi, che ci autodefiniamo adulti, mentre gestiamo lo stress con il caffè compulsivo e le farmacie trasformate in drug store.

Più di alcuni dotti dibattiti sulle dipendenze giovanili, mi pare molto chiara anche la triste spiegazione:

Se non fumassi

non vi lascerei fare come vi pare

non penserei che tutto questo sia stupendo

e non mi scorderei che il mondo va a puttane

Nella pratica professionale e nella vita quotidiana incontro persone giovani, spesso molto impegnate a migliorare un mondo molto migliorabile. Lo possono fare, ma è necessario farlo insieme a loro, vincendo sia la tendenza adulta a “fare come ci pare” perché siamo più esperti e conosciamo il mondo, sia quella opposta: “fai come vuoi, vai a sbattere, io mi siedo in poltrona coi popcorn”.

Se non investiamo tempo, pazienza e risorse nella collaborazione e nel confronto fra le generazioni, sul lavoro ma anche in famiglia e nelle comunità, alimentiamo una società dissociata, composta da gruppi anestetizzati da droghe diverse, chimiche e multimediali.

Avevo solo 4 anni quando Bennato cantava “Sono solo canzonette”, di cui ricordo:

Guarda invece che scienziati

che dottori, che avvocati

che folla di ministri e deputati

pensa che in questo momento

proprio mentre io sto cantando

stanno seriamente lavorando

per i dubbi e le domande

che ti assillano la mente

va da loro e non ti preoccupare

sono a tua disposizione

e sempre, senza esitazione

loro ti risponderanno

Adesso che sono “dottore” non ho molte risposte da dare, ma penso sia utile costruire strategie sane e pro-sociali per affrontare le difficoltà: liberi da qualsiasi sostanza, legale o illegale che sia, ma anche liberi dai tanti anestetici che troviamo sui nostri schermi.

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